PAPRIKA – SOGNANDO UN SOGNO

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Paprika – Sognando un sogno di Satoshi Kon (2006)

Un film sicuramente da rivedere Paprika. Perche’ e’ un film complesso, visivamente strabordante, una gioia per gli occhi e per le orecchie (incredibile colonna sonora!). C’e’ troppo…. e spesso non si riesce a stare dietro a una trama fittissima e non certo banale.

Si, e’ un film da vedere e rivedere per gustare appieno la sua bellezza e complessita’, ed e’ un vero capolavoro. Dopo Tokyo Godfathers, Satoshi Kon cambia direzione e lascia le tematiche relative ai rapporti interpersonali e all’esplorazione dei desideri umani, per addentrarsi nel subconscio onirico di ognuno di noi.

Paprika e’ il nome della protagonista del film, che in realta’ non e’ un personaggio in carne ed ossa, ma l’alter ego onirico di Chiba Atsuko, una psicoterapeuta che grazie al DCMini, una macchina in grado di controllare i sogni, riesci a materializzarsi e vivere i sogni altrui per scopi terapeutici.
Ma il DCMini si puo’ rivelare un apparecchio estremamente pericoloso se a usarlo e’ qualcuno che ha l’obiettivo di controllare i sogni altrui ed e’ qui che ha inizio la storia di Paprika.

Una storia che coinvolge Chiba/Paprika, il professore, un poliziotto, l’invontore del DCMini e tantissimi altri protagonisti.
Molto raffinate le citazioni cinematografiche presenti in tutto il film e assolutamente coinvolgente ogni scena che vede protagonista la parata felliniana composta da mille personaggi di fantasia.

Una vera chicca. 

TOKYO GODFATHERS

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TOKYO GODFATHERS di Satoshi Kon (2003)

Una bellissima favola di Natale, un film d’animazione per ridere, commuoversi e riflettere.

Nel silenzioso scenario di una Tokyo imbiancata dalla neve, tre senzatetto trovano una neonata abbandonata tra i rifiuti. I tre reagiscono in maniera differente al fantastico ritrovamento. Gin, un ubriacone che si dichiara ex-campione di ciclismo caduto in disgrazia, ha un approccio pragmatico e suggerisce di portare subito la bimba alla polizia.  Anche Miyuki, una pestifera ragazzina scappata di casa, e’ della stessa opinione. Ma entrambi trovano resistenza da parte di Hana, un barbone omosessuale che vede nella piccolina il suo regalo di Natale da parte di Dio.

Dopo molte discussioni, alla fine i tre decidono di imbarcarsi in un’avventurosa ricerca della vera mamma della piccola, alla quale e’ stato dato il nome di Kiyoko. E mentre Gin, Miyuki e Hana aiuteranno la bimba a riabbracciare la sua mamma, sara’ proprio la piccola Kiyoko la chiave che consentira’ ai tre protagonisti di rivelarsi per quello che sono, scavando nel proprio passato per ritrovare se stessi e i rapporti con i propri cari.

Se Kiyoko e’ il deus ex machina della favola, il vero protagonista della scena e’ Hana, l’omosessuale che si definisce un errore di Dio e che sente di avere l’animo di una donna. Un personaggio dalle mille sfaccettature: tenero e sensibile, ma anche forte e decisamente cocciuto e con una vena ironica assolutamente irresistibile.

Da vedere anche non a Natale. Senza discussioni.